Origini e storia - Terza pagina

Il santuario suburbano a ovest del torrente Santa Venera - L'abitato del V secolo a.C. - La necropoli settentrionale (secoli VIII - VI a.C.) - La necropoli ovest (V secolo a.C.) - Le necropoli ellenistiche

Il santuario suburbano a ovest del torrente Santa Venera

Esplorato in anni recenti, ha restituito una quantità sorprendente di terrecotte architettoniche di epoca arcaica (rivestimenti A, B e C) e, accanto a queste, un nucleo rilevante di frammenti di terrecotte plastiche nonché lastre figurate di rivestimento parietale. Affini a esemplari della Crecia (metope di Thermos e Calidone), queste sono da ritenere tra i più antichi documenti di pittura greca in Occidente. Il santuario si estende sulla riva destra del basso corso del torrente Santa Venera che lo separa dalla città. I tre sacelli di età arcaica aventi orientamento diverso e le lunghissime mura di terrazzamento, lasciano immaginare un santuario formato da distinti e limitrofi recinti sacri, tra loro in collegamento e dedicati a divinità diverse. Sono poche le tracce per risalire all'identità ditali divinità: tra queste, si annovera la terribile Enyò, dea guerriera di memoria omerica, documentata dalla dedica inscritta su di un cippo in caratteri dell'alfabeto dell'isola di Naxos.

L'abitato del V secolo a.C.

Intorno al 475 a.C. una nuova città dall'impianto rigidamente geometrico viene edificata, annullando quella arcaica. Tale rifondazione è dalla gran parte degli studiosi attribuita a Terone e agli avvenimenti che nei primi decenni del secolo rivoluzionarono gli equilibri politici e sociali della Sicilia greca; il nuovo assetto rigidamente geometrico, è modulare. Il coevo impianto di Himera, in Sicilia, e quello più tardo di Olinto, in Grecia, rappresentano i confronti più calzanti. Lo spazio della città è scandito da tre assi stradali est-ovest, le platéiai A, B, C, tra loro diseguali nella larghezza, quella centrale (plateia A) notevolmente più ampia delle altre due (platéiai B e C). Tali assi sono tagliati ortogonalmente e all'intervallo costante di 39 metri da una serie di strade nord-sud, gli stenopòi, di medesima larghezza (5 metri) ad eccezione del VI da ovest, largo 6,40 metri, dimensione vicina a quella delle platéiai minori B e C. Questa rete stradale individua nella zona centrale i lunghi isolati di abitazioni delle dimensioni di metri 154-156 x 39. Gli isolati comprendevano una quarantina di case che le recenti indagini hanno accertato essere dissimili per ampiezza e per planimetria. Rimangono per il momento senza riscontro le basi quadrangolari, che con medesime dimensioni e posizione si attestano su ciascuno incrocio. Forse basi di altari, tali strutture, strettamente connesse agli isolati, evidenziano l'unitarietà progettuale ed esecutiva del nuovo piano urbano, rappresentando dei capisaldi per la misurazione e per la conseguente spartizione del suolo urbano; operazioni entrambe preliminari all'edificazione. È’ questa città dalle larghe strade che verrà distrutta in modo radicale da Dionigi I di Siracusa.

La necropoli settentrionale (secoli VIII - VI a.C.)

Scoperta solo nel I 980, di essa sono state recuperate sinora 400 tombe. Non pochi suoi aspetti appaiono comuni ad altre necropoli di città euboiche sia d'Occidente che della madrepatria. Vicine alla città, molto prossime alla linea di costa, verosimilmente lungo la strada che da Naxos conduceva a Zancle-Messana, le sepolture si assiepano le une alle altre, le une al di sopra delle altre, formando raggruppamenti plausibilmente di carattere familiare. Il rito dominante sembra essere l'inumazione entro fossa terragna, non sempre rivestita da tegole. Ammontano tuttavia a diverse unità i grandi recipienti per derrate alimentari (soprattutto anfore da trasporto e idrie con decoro lineare, ma anche olle per la cottura) riutilizzati come cinerari.

La necropoli ovest (V secolo a.C.)

La necropoli di V secolo a.C. è stata localizzata a ovest del torrente Santa Venera, in un'area piuttosto lontana dalla città e, per il momento, vi sono state individuate solamente un centinaio di tombe. Si tratta principalmente di inumazioni entro tombe a "cappuccina", ma nella necropoli è attestato anche il rito dell'incinerazione con ceneri conservate entro anfore da trasporto. I corredi sono costituiti principalmente da vasi a vernice nera.

Le necropoli ellenistiche

Sono piccoli nuclei di sepolture per la gran parte ascrivibili al III secolo a.C.. Esse si dislocano sia lungo la sponda destra del torrente Santa Venera che nelle aree a nord della città. I corredi di queste sepolture sono costituiti generalmente da unguentari, pur non mancandone di più ricchi e notevoli come quello della "tomba del Chirurgo" che ha restituito anche un prezioso esemplare di coppa vitrea.

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